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psicogeografia nella "nuova" Genova


Lunedì: giornata libera, sole, vento secco, cielo terso. Qualsiasi richiamo supera la pigrizia. Quanto è che dicevo, fra me e me: "appena riesco, ci vado". Dove? Ma là dove l'urbanizzazione, con strafottenza, negli ultimi decenni ha inghiottito l'antico, rendendo disumano il peregrinare dell'eroico pedone.

Mi sono voluto buttare là, dove improbabili piste ciclabili si annodano a marciapiedi insidiosi; là dove lunghi trascurati marciapiedi, d'improvviso terminano il loro percorso nel nulla. Là dove la frustrazione è seconda solo allo spaesamento. E' la città del trasporto su gomma, del fragore, dell'incuria.

Guidato solo dallo spirito psico-geografico e senza troppa premeditazione, sono andato alla ricerca di suggestioni geometriche. Uniche regole: realizzare foto quadrate e a colori.

Ecco il risultato.






Tutte le foto sono state scattate con Fujifilm X-E2 (simulazione pellicola Velvia) e leggermente post-prodotte con l'app Snapseed (perché non avevo possibilità di usare di meglio)

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