Era poco prima che la pandemia premesse il tasto "pausa" alle abitudini. Era febbraio del 2020. Un'uscita con gli amici per Milano, alla ricerca di immagini da scattare, divincolandosi tra il freddo e i luoghi comuni. Decido di stimolare l'occhio, auto-imponendomi due regole: immagini quadrate e in bianco e nero. In realtà , il formato quadrato è un "falso limite": mi concede il lusso di non decidere se inquadrare in orizzontale o verticale ;-) Il peregrinare, ci ha preso per mano e accompagnato, sornione, a serpeggiare tra i nuovi quartieri, sorti negli ultimi decenni: è lì che le forme rigide e flessuose si sono apparecchiate sul sensore e nel mio occhio, tracciando firme di architetti e rotte di abitanti. ...e poi...poi è iniziata la pandemia, che mi ha permesso di fermarmi un attimo e stampare un piccolo libro cartaceo, in cui ho impaginato in serie le tacite immagini. Ahhh, quanto mi piace veder su carta le foto in bianco e nero!...non devo dimenticare di rifarlo.
